Ho letto con attenzione l’articolo “Liberi tutti”, apparso prima delle ferie sulle news di Intermediari Uniti che utilizzano quale loro slogan la bella frase “La forza delle coerenze” e che pertanto mi stimola a queste riflessioni, sulla coerenza.
Cercherò di essere molto sintetico ma i concetti che andrò ad esporre credo possano essere particolarmente stimolanti per cui Vi prego di leggerli con attenzione senza quella vis polemica che spesso offusca la mente di quanti di noi svolgono azione sindacale.
Liberi
Sarà meglio mettere i puntini sulle … ü di Über … sull’incipit (“Liberi”).
Un Agente di assicurazione sia esso mono o plurimandatario non sarà mai libero da quegli “arcaici vincoli” di subordinazione che li legano a schemi operativi obsoleti, inadeguati, limitati e limitanti mortificandone le – pur legittime – aspirazioni imprenditoriali”.
Smettiamola di prenderci in giro.
Il Codice Civile, i mandati, chiariscono al di là di ogni ragionevole dubbio che ruolo dell’Agente è quello di promuovere per conto della mandante, verso retribuzione, la conclusione di contratti e la loro gestione in una zona determinata (o meno).
L’art. 1746 – Obblighi dell’Agente – chiarisce che nell’esecuzione dell’incarico l’Agente deve tutelare gli interessi del preponente (la Compagnia) e agire con lealtà e buona fede. In particolare deve adempiere l’incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute. Stesso obbligo di lealtà e buona fede è peraltro richiesta nell’art. 1749 da parte del preponente. (e qui ce ne sarebbe da scrivere … ma non interessa, al momento, a questa disamina).
Un aneddoto – vero – vale più di mille parole; mi venne riferito proprio da un alto esponente di Intermediari Uniti. (è un mio carissimo amico e vicino di Agenzia).
Nel corso di un’ispezione Isvap a fronte della domanda colloquiale del perché egli avesse così tanti mandati da così numerose compagnie (una ventina circa) egli – che non è uno sprovveduto anzi, stiamo parlando di un laureato, se una laurea può fare grado – rispose che con un range così vasto egli avrebbe potuto curare meglio gli interessi dei propri clienti ricevendo in tutta risposta la replica di quel preparato funzionario Isvap – era sempre un pour parler - che gli aveva fatto presente: “Guardi, dottore, che lei in quanto Agente rappresenta gli interessi di tutte le sue venti mandanti”.
Cosa diversa, ma qui il discorso sarebbe ancora più lungo, è la posizione del broker che, egli si, riceve mandato dal cliente con l’incarico di reperire il miglior contratto presente sul mercato (che poi non succeda veramente così … beh, questa è un’altra storia ancora; ma stiamo alle norme).
Smettiamola quindi per favore con questa bufala fuorviante che siamo degli “imprenditori” (non facciamo i prezzi, non stabiliamo le condizioni, non definiamo le strategie, etc. etc.), non prendiamoci quindi in giro per raccogliere demagogicamente qualche consenso assembleare ma abbiamo l’umiltà di capire qual è la nostra vera collocazione.
Il che non vuol dire che agli Agenti, ripeto sia monomandatari che plurimandatari, non spetti il diritto di tutelare – ed è per questo che abbiamo la nostra associazione che tutti dobbiamo difendere e non distruggere … chiunque ne sia momentaneamente a capo … - le proprie esigenze negli ambiti sopra delineati.
Tutti
Vi è poi un altro aspetto importante che mi preme analizzare qui con Voi con un certo rammarico perché già una decina d’anni fa avevo illustrato i miei studi – elaborati per conto del Sindacato Nazionale Agenti - su una possibile evoluzione degli intermediari.( rimasti, purtroppo nel cassetto per anni … )
Studi che avevo peraltro pubblicato su “L’Agente di Assicurazione” – “Voglia di America” apparso nel gennaio del ’99 …. !!!
La mia tesi partiva dall’analisi di quel mercato così libero (gli Usa) e dalla convinzione che prima o poi anche noi ci saremmo rapportati a quella realtà (e infatti pian piano sta succedendo, vogliano o non vogliano le compagnie).
Partivo dalla considerazione che il mercato assicurativo americano era gestito più o meno in egual misura (dati della IIAA, Indipendents American Association of Agents) dai monomandatari (udite, udite) e dai plurimandatari.
Mi ero chiesto come mai in un mercato così libero, come sono libere tutte le cose che succedono in America, esistesse ancora non solo la figura del monomandatario ma che questo comparto avesse ancora un ruolo così preponderante (fifty fifty ho detto) nel mercato assicurativo americano e arrivai alla conclusione che anche in Italia, per una serie di motivazioni che sarebbe troppo lungo elencare, avremmo potuto assistere al formarsi del medesimo scenario.
Non tutti vorranno, ripeto vorranno, non ho scritto potranno!, diventare plurimandatari e comunque anche i plurimandatari si troveranno nella condizione di essere a metà del guado e solo quando raggiungeranno la contemporanea figura di broker (come negli Usa, doppia licenza!!!!) potranno dire di aver raggiunto il massimo della libertà ottenibile nel campo dell’intermediazione assicurativa.
Riepilogo quindi i concetti che ho esposto:
- gli Agenti di assicurazione agiscono in nome e per conto delle loro mandanti siano essi monomandatari o plurimandatari,
- essi non sono imprenditori ma rappresentanti con o senza procura,
- non tutti gli Agenti sceglieranno di diventare plurimandatari,
- I plurimandatari dovranno rivendicare con forza la possibilità di ottenere la doppia licenza di Agenti (plurimandatari) e di Broker.3
Su quest’ultimo passaggio vorrei sommessamente far notare che prima di noi agenti a questo traguardo (la doppia licenza) ci sono arrivati informalmente quei broker che hanno ottenuto la possibilità di emettere essi stessi polizze preconfezionate per il settore retail (c.d. percorso inverso, da “broker” a “broker e Agente”), in quanto contratti di più facile ed immediata emettibilità (polizze prefirmate, rca etc.).
Della serie: tutto fa brodo!
Di quanto sopra ho esposto ero fermamente convinto dodici anni fa e lo sono tutt’ora.
Quindi sperando che la demagogia non alberghi più nei nostri consessi ma che gli Agenti di assicurazione sappiano difendere i loro interessi partendo da un’ottica di verità Vi inoltro questa mia (non ho la verità in tasca personalmente, la verità è davanti ai nostri occhi, se la vogliamo osservare con lucidità).
Perché è facile dire dove si vuole arrivare ma spesso è difficile individuare da dove si parte (ed è la cosa più importante): se vogliamo arrivare al centro dei nostri desideri, se ci troviamo a Est dovremo andare verso Ovest, se ci troviamo a Ovest dovremo percorrere la rotta contraria.
Tutto sta da dove si parte e sapere dove ci si trova esattamente è la cosa fondamentale, come ben sanno i naviganti e gli aviatori (altrimenti, beh, c’è il …. disorientamento spaziale!!!).
Prima di dire dove vogliamo andare cerchiamo di capire con onestà intellettuale chi siamo e dove ci troviamo, senza fuorvianti demagogie.
Vi ringrazio per la Vostra attenzione.
Stefano Finadri
Segretario Provinciale Sna Mantova
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