Speravo però che il senso di responsabilità prevalesse, nei giorni successivi, facendo considerare ad ognuno di noi, quale priorità assoluta, la necessità di presentarsi all'esterno come un'entità compatta. Un'entità che aldilà delle discussioni interne, seppur feroci e dolorose, dimostrasse la capacità di mantenere la messa a fuoco necessaria a non perdere di vista i reali obiettivi da contrastare e da colpire per l'ottenimento delle proprie istanze.
Così non è stato al punto tale che le grida e le rimostranze che dovevano rimanere un fatto nostro (e ripeto non per un mero sfoggio di ipocrisia ma per strategia politica) , sono state pubblicizzate in ogni dove e con ogni mezzo, nella ricerca estrema di spostare il tentativo di sfiducia dall'interno della sala all'esterno e nello sforzo di sostituire quanto, statutariamente, non era stato raggiunto, con un dato di fatto. In sintesi uno screditamento dell'esecutivo nazionale che ricade, pesantemente con le proprie conseguenze, su ognuno dei nostri iscritti.
Mi appare questa una manovra di rallentamento, piuttosto che una reale volontà di cambiamento; mi sembra il classico tiro di sponda nel quale la stecca ti fa credere di voler mandare la boccia da una parte, ma in realtà solo il rimbalzo ti rivela dove realmente voleva andare chi ha tirato.
Non voglio poi entrare in questa sede nella disamina delle motivazioni che sono state, in molti casi, strumentalmente pretestuose e rispetto alle quali, per contenuti e modi di proporsi, dissento totalmente. Desidero però che le cose vengano chiamate con il loro nome e non mi piace che il mio silenzio, ed il silenzio di tanti altri, venga interpretato come un assenso nei confronti di chi è intervenuto con toni aspri e critici. Sarebbe una forzatura, inopportuna e irrispettosa. Piuttosto credo che l'attività sindacale si possa fare anche senza urlare, senza demolire quando non si hanno i mattoni per ricostruire, senza offendere e prestando, in un silenzio rispettoso, il proprio ascolto a quanto l'altro ha da dire anche quando le cose che dice sono palesemente in contrasto con le proprie opinioni. Confondere tutto ciò con una forma di assenso è un po' troppo ardito...
Infine metto l'accento su una certezza granitica e non scontata, che abbiamo ritenuto di possedere da sempre e cioè che il male e il peggio fossero sempre fuori dalle nostre sale. Oggi non più. Non so come, non so quando, ma avverto che il male e il peggio si sono insinuati tra di noi. Semmai il tempo mi darà conferma di tale sensazione, avrò chiaro il perché.
Lucia Salfa
Presidente Provinciale Sna Pistoia
antidemocratici
RispondiEliminaantidemocratico ! forse sarà uno dei tanti venduti che non riesce ad ammettere la lucidità di un pensiero politico esternato con grande signorilità.Brava Salfa.
RispondiEliminaAlfio
Sono assolutamente d'accordo sulle riflessioni di Lucia Salfa , alla quale rinnovo tutta la mia vicinanza e piena condivisione .
RispondiEliminaSono convinta che è stata scritta una delle più brutte pagine del Sindacato , ma ci perdoneranno sicuramente quelle persone se la nostra ignoranza non è pari alla loro .
Eva