Pubblichiamo, anche se tutti di fonte anonima, i commenti "in disaccordo" e li ringraziamo, comunque, per la costruttiva collaborazione tesa a rafforzare certamente l'istituzione SNA.

Lettera aperta del collega Giuseppe Battista

Avevo deciso di non rispondere alle più che probabile critiche sulla conduzione del Congresso, ma di fronte ad accuse strumentali che distorcono l'accaduto sento il bisogno di fare chiarezza.

Il Congresso non è stato un esempio di democrazia scrive il collega Cirasola, come dargli torto? Ho sbagliato e me ne dolgo, non dovevo permettere che la Collega Carla Barin parlasse 24 minuti e lo stesso Cirasola ne parlasse 18, considerato che avevamo contingentato i tempi a 10 minuti ad intervento, sottraendo così per mia esclusiva colpa spazio a colleghi che avevano gli stessi diritti di loro due, se mi dovesse capitare di presiedere un'altra assemblea, Vincenzo ,stai certo che non ripeterò lo stesso errore.
Fai immaginare, a chi non era presente al congresso, chissà quali nefandezze siano state compiute ,a cominciare dall'Elezione del Presidente del Congresso. 
E' vero, quanto sostieni, che a memoria è la prima volta che lo stesso è stato eletto a maggioranza e non per acclamazione, di chi la colpa? Del Presidente Metti? Il quale come è stato S E M P R E FATTO ha indicato al congresso un nome sul quale per colpa vostra e sola vostra, non c'è stata l'unanimità, ma votato a maggioranza la quale ha superato largamente il 70%.

Ed è questa questa percentuale che secondo l'E.N. rappresentava la REALE distribuzione tra maggioranza e le due opposizioni, quando erano presenti tutti i delegati.
Potevo essere di parte, invece, insieme ai due vice-presidenti abbiamo cercato di esserne al di sopra, se è vero come è vero che proprio tu, Vincenzo, durante la pausa pranzo ti sei complimentato con noi per l'imparzialità dimostrata.

Cosa è cambiato dopo?
Semplicemente non abbiamo fatto quanto ci chiedevi, far votare la mozione di sfiducia.
Ma potevamo farlo? Era statutariamente corretto?
La risposta è un NO secco che piaccia o non piaccia, in seguito le motivazioni.

Il Collega Pisano sostiene che: "attraverso una discutibile interpretazione dello statuto, al Congresso è stato artatamente impedito di discutere sulla mozione", sono stato accusato dai vertici del Coraggio di Cambiare esattamente del contrario cioè quello di aver dato troppo spazio agli interventi e di aver permesso democraticamente a colleghi che volevano, di intervenire sulla stessa, così come prevede lo statuto e così come è stato sempre fatto nelle precedenti occasioni, vedi le due mozioni di sfiducia presentate ai tempi di Angelo Paradiso. Forse il collega voleva dire che ho impedito di far votare la mozione di sfiducia.

Andiamo con ordine.

Chi ha esperienza di Congressi o di Comitati Centrali sa perfettamente, perché più volte ci sono state lagnanze in tal senso, che subito dopo la pausa pranzo dell'ultimo giorno dei lavori, non rientrano in sede congressuale almeno il 20 per cento dei colleghi e dopo un'ora, tale percentuale sale ad oltre il 30% per crescere ancora col passare dei minuti, fino a quando terminano i lavori ove sono presenti in aula circa il 30%, questo è SEMPRE ACCADUTO.
Mi chiedo e vi chiedo hanno sbagliato quelli della maggioranza a pensare che presentare la mozione alle 16,18 non sia stato fatto artatamente e cioè solo dopo aver verificato che parecchi colleghi notoriamente sostenitori della maggioranza fossero già andati via?
Mi chiedo e vi chiedo ma c'è veramente qualcuno che possa pensare che gli interventi non erano stati programmati in modo tale da far sembrare che la maggioranza del Congresso fosse contro l'Esecutivo Nazionale? Gli iscritti al parlare erano 51, quando sono stati interrotti gli interventi per la presentazione della mozione avevano parlato solo 25 colleghi, dei quale 17 sicuramente sostenitori della nascente coalizione Intermediari Uniti- Coraggio di Cambiare e solo 8 sostenitori dell'attuale dirigenza, ma è anche vero che dei 26 restanti iscritti a parlare più di 20 si rivedevano sulle posizioni del Presidente Metti.

Perché non si poteva votare

Al di la dell'interpretazione dell'art. 23 del nostro statuto, la giurisprudenza consolidata circa le maggioranze per decidere recita: "In votazioni di particolare importanza si richiede un quorum qualificato: la metà più uno degli aventi diritto al voto o dei membri di una assemblea (maggioranza assoluta o anche una cifra più alta, due terzi o tre quinti)". 
Oltre la giurisprudenza, penso faccia testo anche i trascorsi della nostra associazione, faccio ricordare, a coloro che per mera convenienza l'avessero dimenticato, che nel Comitato Centrale di Viareggio del 2009 il sottoscritto presentò una mozione d'ordine per invertire l'ordire del giorno e trattare prima l'approvazione del bilancio e poi gli altri punti e la motivazione che detti era quella che nel pomeriggio di sicuro sarebbe mancato il numero legale e non l'avremmo potuto votare.
La mozione non fu contestata da nessuno ma fu votata all'unanimità compreso da coloro che oggi sostengono che per votare non occorre il numero legale, perché il concetto del numero legale non fu contestato allora?
Ma io non mi affeziono mai delle mie idee o convinzioni, di fronte a pareri diversi cerco sempre il parere di un terzo. A chi potevo chiedere il parere sulla autentica interpretazione dell'art. 23 dello statuto se non al Collegio Sindacale considerato che leggo su alcuni testi di giurisprudenza:
Il collegio sindacale è un organo di vigilanza presente nelle società di capitali e cooperative italiane. Un organo analogo è presente anche in alcuni enti pubblici o privati, talvolta con lo stesso nome (come nelle aziende sanitarie locali), altre volte denominato collegio dei revisori dei conti (come nei comuni e nelle province).

Ai sensi dell'art 2477 commi 2 e 3 c.c., nelle società a responsabilità limitata (Srl), è obbligatorio: 1. se il capitale sociale è pari o superiore al minimo previsto per lasocietà per azioni (120.000 euro); 2. se la società non può redigere il bilancio in forma abbreviata perché supera i limiti previsti dall'art. 2435 bis del codice civile; 3. se la società è obbligata a redigere il bilancio consolidato (cfr. d.lgs. 27.1.2010 attuativo della direttiva 2006/43/CE); 4. se la società controlla società obbligate alla revisione legale (cfr. d.lgs. 27.1.2010 attuativo della direttiva 2006/43/CE). In altri casi , il collegio sindacale è facoltativo e può essere previsto nello statuto.

Il controllo del collegio sindacale è un controllo di legalità perché i sindaci verificano il rispetto della legge e dello statuto e possono impugnare dinanzi al tribunale le delibere non conformi alla legge e allo statuto. Inoltre essi verificano l'adeguatezza dell'organizzazione amministrativa e contabile e la corretta amministrazione della società segnalando all'assemblea eventuali fatti rilevanti. I sindaci possono denunciare al tribunale eventuali irregolarità riscontrate nella gestione.

Alla luce di quanto rappresentato, sono io che chiedo a voi, se avessi fatto votare la mozione di sfiducia quante norme statutarie avrei infranto?

Non attendo la risposta, la stessa è nei fatti.

Con Stima a tutti i colleghi.
Giuseppe Battista





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